La Corsa dell’Angelo [VIDEO]

Secolare processione della Pasqua a Forio, la Corsa dell’Angelo rievoca l’annuncio della Resurrezione di Cristo, con la rappresentazione dell’incontro della Madonna con il Figlio Risorto. Quattro statue lignee: Gesù, la Madonna, San Giovanni e l’Angelo escono dall’Arciconfraternita di Santa Maria Visitapoveri in Piazza Municipio e vengono portate a spalla per le strade principali del paese.

Un rito antichissimo, che va avanti da più di 400 anni, e di cui il pubblico è più che semplice spettatore. Pubblico composto in egual misura da turisti e residenti, catturati dalla magia di questa processione a spalla che ha inizio subito dopo la messa pasquale nella Basilica di Santa Maria di Loreto. Al termine della celebrazione, un piccolo corteo aperto dallo stendardo celeste e la croce della Confraternita di Visitapoveri procede fino a Piazza Matteotti, all’altezza della fontana realizzata con i primi fondi della Cassa per il Mezzogiorno. Dietro lo stendardo e la croce, sopraggiungono l’Angelo, il clero e il Cristo risorto.

A questo punto, le statue dell’Angelo e di Cristo occupano il centro della strada, salutate dall’intonazione di un Regina Coeli “rivisitato”. Infatti, la strofa “Resurrexit, sicut dixit, alleluia” nel latino volgare dei foriani diventa “Restu, restu, sicuti sisti, alleluja…” . Una nota di colore che però spiega il pathos popolare che sin dall’inizio (i primi documenti risalgono al 1620) accompagna la rappresentazione. Pathos che diventa addirittura giubilo quando, alla terza corsa verso la Madonna e San Giovanni, l’Angelo si ferma sotto il campanile della basilica per consentire finalmente a Maria di raggiungere il Figlio Risorto.


Il momento topico è quando alla Madonna cade il velo bianco sul volto
e può finalmente rivedere suo figlio. Lo “svelamento” è il culmine della rappresentazione, con il lancio di coriandoli dai balconi del Corso Francesco Regine e l’intonazione di un nuovo “Regina Coeli”. Non è ancora finita, perchè dopo che la Madonna si è posta a fianco del figlio, l’Angelo saluta per l’ultima volta e lascia spazio all’avanzata dello stendardo cui abbiamo accennato poco sopra.

Stendardo che viene calato per tre volte al suolo avendo premura che le piume di struzzo sulla sommità dell’asta non tocchino mai per terra. Questo, da un punto di vista antropologico, è probabilmente il momento più interessante della rappresentazione, dacché si tratta di un antico rito pagano di fecondazione della Madre Terra che, anziché essere espulso dalla rappresentazione, trova ugualmente spazio alla fine.

In ultimo, un consiglio. Terminata la Processione, dopo il rientro in chiesa delle quattro statue lignee, se ce n’è la possibilità, andate a vedere da vicino la statua originale dell’Angelo. Già, perchè, quella che sfila è una copia di minor pregio, adatta, per così dire, alla fisicità della rappresentazione.  Magia dell’isola d’Ischia.

 

468

Invia commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.