Per approfondire il “genius loci” di Forio, bisogna lasciarsi indietro per un momento il lungomare, le spiagge, gli hotel e tutte le altre situazioni riconducibili all’immaginario turistico di una località balneare. Bisogna salire a Santa Maria al Monte, piccolo villaggio contadino a 500 metri sul livello del mare.
Da quassù, sul sagrato dell’omonima chiesetta, la Forio turistica prima evocata rimane sullo sfondo. A dominare l’ambiente è la pietra, il “mitico” tufo verde del Monte Epomeo presente in gran quantità nel versante occidentale dell’isola d’Ischia. Già la chiesetta di Santa Maria al Monte ne è un indizio: infatti, al pari di altre abitazioni circostanti, è interamente scavata in un mega blocco di tufo.
Altri blocchi di tufo si incontrano, invece, poco più su, nel bellissimo bosco della Falanga. Ed è proprio questa selva di castagni il luogo che reca più tracce della storica vocazione agricola del territorio. Qui la grande disponibilità di tufo è stata sfruttata per farne ricoveri per gli animali, cellai, cantine e palmenti per la spremitura dell’uva. Non solo. Anche per fare le “parracine” e le “fosse della neve”: le prime sono caratteristici muri a secco a delimitazione delle proprietà; le seconde profonde buche dove, fino agli anni ’20 del secolo scorso, venivano conservate la neve (un tempo molto più copiosa) e la grandine da utilizzare come ghiaccio nei mesi estivi.
Oggi che le cose sono cambiate radicalmente, il villaggio di Santa Maria al Monte può esser considerato una sorta di museo a cielo aperto della storia di Forio. Museo che però, ogni anno, il 12 settembre, si rianima per la festa dedicata alla Madonna. Una tradizione popolare a cui i foriani sono molto legati al punto che, chi ne ha la possibilità, si trasferisce in montagna già nei giorni che precedono le celebrazioni. Tutti gli altri cominciano invece ad affollare il sagrato della chiesa già dalle prime ore del mattino per partecipare alla messa, alla processione e assistere agli immancabili fuochi d’artificio finali.
A prescindere dalla ricorrenza, vale sempre la pena raggiungere la località. Diverse le strade. Le più battute sono da Piellero, località celebre per la festa di Sant’Antuono, e da Via Bocca, a lato della Strada provinciale che unisce Forio alla frazione di Panza. Entrambe non presentano grosse difficoltà; basta indossare l’abbigliamento adatto, avere al piede comode scarpe da trekking ed evitare, in estate, le ore più calde della giornata. Forio Vi aspetta!
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