Chiesa di San Michele Arcangelo

Le chiese sono una parte importante del racconto di Forio. Le chiese e, ovviamente, anche i santi. In particolare San Michele Arcangelo che sull’isola d’Ischia è molto venerato. Ad esempio, nel borgo di Sant’Angelo a Serrara Fontana, ma pure nel quartiere di Monterone dove la chiesa in suo onore sorge al centro del “Cerriglio”, l’altro nome con cui è conosciuta Piazza Ss. Immacolata.

La chiesa ha una curiosa forma elissoidale ed è preceduta da un sagrato in pietra a sua volta protetto da un muretto e una ringhiera in ferro. Già altrove abbiamo accennato alla preminenza accordata da un punto di vista urbanistico agli edifici religiosi, e perciò i diversi modi attraverso cui tale supremazia viene di volta in volta ribadita sono solo inevitabili adattamenti alla conformazione fisica dei luoghi.

Nel caso della chiesa di San Michele Arcangelo c’è anche dell’altro. Nel 1910, infatti, questa chiesa venne parzialmente distrutta da una terribile alluvione e perciò furono necessari lavori di consolidamento e protezione dell’edificio per evitare il ripetersi di simile evenienza. Una lapide marmorea, sulla sinistra subito dopo l’ingresso, ricorda la circostanza, sottolineando gli sforzi dell’allora parroco Don Pietro Calise che, va detto, potè contare sul contributo economico degli abitanti della frazione.

Una frazione, Monterone, che è sempre stata molto popolosa e “popolare”. Qui risiedeva buona parte della classe bracciantile che lavorava a giornata nelle vigne di Forio; e qui, mutatis mutandis, tuttora vive una fetta consistente della manodopera impiegata nell’industria turistica. Si intuisce perciò abbastanza facilmente perché il popolo invocasse, e invochi ancora, la protezione di “Mi-ka-El” il più potente dei santi, difensore dei cristiani dalle insidie di Satana.

La tela alle spalle dell’altare maggiore raffigura proprio San Michele Arcangelo intento a trafiggere il diavolo. Il dipinto è opera di Alfonso Di Spigna, uno dei due pennelli “sacri” (l’altro è Cesare Calise) maggiormente attivi sull’isola d’Ischia. Sempre del Di Spigna gli altri due quadri ai lati dell’altare: l'”Adorazione dei pastori” sulla parete sinistra e l'”Immacolata con Santi e donatore” su quella destra.

Le tre opere sono collocabili attorno la metà del ‘700 e precedono temporalmente i tondi che affrescano l’Arciconfraternita di Visitapoveri in Piazza Municipio. Essendo pure quest’ultimi realizzati da Di Spigna, la visita di entrambe le chiese può fornire spunti utili sull’evoluzione artistica di questo pittore di gusto neoclassico.  Per il resto, a parte le quattro statue lignee di Sant’Antonio da Padova, l’Addolorata, Cristo benedicente e Sant’Antonio Abate, non ci sono altre grandi opere da segnalare.

Di davvero “grande” c’è solo la devozione dei foriani per una chiesa, e un santo, attorno cui dal 1748 ruotano le esistenze degli abitanti del popoloso quartiere di Monterone. Magia dell’isola d’Ischia.

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