Uno dei miti di fondazione di Ischia è la leggenda del gigante Tifeo costretto da Zeus a giacere sotto il peso dell’isola. Dannazione eterna da cui il gigante prova a liberarsi di continuo provocando non solo eruzioni e terremoti, ma anche acque termali e fumarole. Le terme rappresenterebbero le lacrime, mentre le fumarole, come è facilmente intuibile, il respiro.
Ovviamente le cose non stanno così, anche se è bello crederlo, specie se il racconto mitico dà l’opportunità di rinominare un sentiero “Bocca di Tifeo”. È quello che hanno fatto i volontari della Pro Loco di Panza che, dopo aver ripristinato una strada di campagna in fondo la piana di Montecorvo, hanno attinto al mito per sottolineare che il tracciato termina con una fumarola. Fumarola che a sua volta fa parte del più esteso campo fumarolico dell’isola d’Ischia, oltre un chilometro quadrato, a 127 metri sul livello del mare, in località Bellomo.
Volendo è possibile raggiungere le altre fumarole da un sentiero non distante da quello ripristinato dai volontari della Pro Loco. Solo, in questo caso, più che a un’escursione ci troviamo davanti a una vera e propria avventura fuori dalla portata di chiunque non abbia un po’ di dimistichezza col trekking e le sue regole. Invece, nel caso della Bocca di Tifeo si tratta di una piacevole passeggiata che comincia in corrispondenza dell’ingresso dei “Giardini Arimei”, prestigiosa azienda vinicola di proprietà della famiglia Muratori, imprenditori tessili del bresciano.
Un sentiero di 800 metri circa, tutto in salita, che reca molte tracce del passato rurale di Forio e dell’isola d’Ischia. Un passato, nemmeno tanto lontano, durante il quale ci si spingeva a coltivare la vite anche nelle zone più impervie. Infatti, quello della Bocca di Tifeo è un percorso dominato dalla roccia, soprattutto il tufo verde del Monte Epomeo presente in gran quantità in questo versante dell’isola. Man mano che ci si avvicina alla fumarola, però, la macchia mediterranea si dirada sempre più, spia dell’aumento della temperatura del sottosuolo che impedisce la vegetazione degli arbusti tipici dell’isola d’Ischia.
In altre parole non cresce quasi più nulla, ad eccezione di qualche robusta agave e, soprattutto, del “Papiro delle Fumarole” (nome scientifico “Cyperus Polystachyus”) pianta rara che per la sua vegetazione ha appunto bisogno delle particolari condizioni climatiche del terreno “offerte” dalle fumarole. L’altro “ingrediente” di questa bella passeggiata nella natura di Forio è il panorama tutt’attorno. Panorama che per secoli quasi ha rappresentato l’unica forma di consolazione per le maestranze locali impegnate a strappare suolo coltivabile a una natura impervia ancorché generosa di frutti.
Il sentiero della Bocca di Tifeo, al pari di quello della Baia della Pelara, è inserito nel programma di “Andar per sentieri”, manifestazione primaverile dell’isola d’Ischia che ogni anno attrae sempre più visitatori sul territorio. Vi aspettiamo!
Scheda percorso Bocca di Tifeo
Durata | 3 ore |
Percorso | Panza, Montecorvo, Giardini Arimei, Bocca di Tifeo e ritorno |
Difficoltà | T/E (turistica/escursionistica) |
Dislivello | 200 m |
Quota massima | 400 m ca. |
Equipaggiamento | scarpe e abbigliamento da trekking, acqua |
Fonte: rielaborazione tabella sottosezione CAI Isola d’Ischia
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